Proseguono le indagini nel Mar Baltico in seguito alla misteriosa fuga di gas che avrebbe coinvolto un lungo tratto offshore del gasdotto Nord Stream 2, ormai sempre più al centro delle tensioni tra Nato e Russia.
Diverse le versioni avanzate: secondo l’operatore Gazprom, entrambi i gasdotti (Nord Stream 1 e 2) avrebbero subito danni senza precedenti in tre linee diverse, con una fuoriuscita di gas comprendente un’area di mare dal diametro di 200-1.000 metri. Impossibile al momento stabilire il tempo necessario per il ripristino dell’infrastruttura.
In base alle stazioni di misurazione sismologiche di Svezia e Danimarca, causa delle perdite sarebbero state due forti esplosioni sottomarine registrate nell’area in questione la notte di lunedì 26 Settembre e la mattina del giorno successivo. Per scoprire l’origine delle esplosioni, la Nato starebbe attualmente monitorando l’area in collaborazione con Finlandia e Svezia.
Dall’Europa, infine, arrivano rassicurazioni: “La Commissione è stata informata di tre fughe di gas, due nel Nord Stream 1 e uno nel Nord Stream 2. Non c’è alcun impatto sulla sicurezza ed è prematuro speculare sulle cause”, ha dichiarato Tim McPhie, portavoce della Commissione.
L’unica certezza è l’aumento del prezzo del gas, volato a meno di mezz’ora dal termine delle consultazioni sopra i 200 euro (207 euro a mW/h).