L’entrata in attività del gasdotto Baltic Connector, che collega la Finlandia con l’Estonia (ed è bidirezionale), ha colpito pesantemente le esportazioni di Gazprom nel Paese scandinavo, dove il colosso russo del gas ha perso circa un terzo della sua quota di mercato nel 2020.
Secondo i dati forniti da Elering – l’operatore della rete del gas dell’Estonia – e riportati dall’agenzia di stampa Reuters, nei primi 9 mesi del 2020 la Finlandia ha importato attraverso questa nuova pipeline (in funzione dell’inizio dell’anno) 5.8 terawatt-hours (TWh) di gas naturale.
Nello stesso periodo, le esportazioni dirette di metano dalla Russia alla Finlandia sono ammontate complessivamente a 11.4 TWh, il 35% in meno rispetto ai 17.6 TWh di gennaio-settembre 2019.
Ma non è stata soltanto l’Estonia ad esportare gas in Finlandia attraverso la nuova pipeline: nei primi 9 mesi dell’anno Ignitis, gas trader statale della Lituania, ha venduto al Paese scandinavo 2.23 TWh, spesso nella forma di GNL che la Lituania si assicura attraverso il suo terminal per l’import di gas naturale liquefatto che ha una capacità di 39 TWh all’anno.
La vendita oltre Baltico appare peraltro conveniente dal punto di vista economico visto che, come ha spiegato alla Reuters il CEO di Ignitis Haroldas Nauseda, “nel 2019 il gas naturale in Finlandia costava circa 7 euro per MWh più che in Lettonia, una differenza di 150 milioni di euro per l’intero anno”. Un differenziale che tuttavia nel corso dei mesi si sta assottigliando.
Il gasdotto Baltic Connector avrebbe una capacità nominale massima di 25 TWh all’anno, ma per il momento la portata risulta a livello effettivo limitata a soli 11 TWh all’anno a causa del ritardo nei lavori di upgrade di alcune delle stazioni di compressione.
In ogni caso l’infrastruttura sta comunque riuscendo a mettere una forte pressione competitiva nei confronti della Russia, che potrà crescere ancora nel 2021 quando la condotta verrà integrata con il resto del network europeo grazie ad una pipeline di nuova costruzione che collegherà la rete lituana con quella Polonia. Un’evoluzione che, di fatto, consentirà alla Finlandia di approvvigionarsi, tramite il Baltic Connector, non solo di GNL dalla Lituania, ma di gas naturale proveniente da diverse altre fonti europee e quindi di ridurre ulteriormente la sua dipendenza energetica da Mosca.