Le sanzioni americane nei confronti del gasdotto Nord Stream 2, che trasporterà il gas russo in Germania e negli altri mercati dell’Europa settentrionale, sembrano ormai certe.
Secondo le agenzie internazionali, infatti, il Senato USA ha inserito queste misure in un defence bill, un atto legislativo sulla sicurezza (nello specifico il National Defense Authorization Act), che viene definito un ‘must-pass bill’, ovvero una legge che, visti i suoi contenuti, passerà sicuramente.
I legislatori hanno inserito il pacchetto di sanzioni, che andranno a colpire la navi posatubi delle aziende incaricate da Gazprom di realizzare la nuova pipeline, nonché i top manager di queste società, in questa legge, agganciandole quindi ad un provvedimento di cui è certo l’esito positivo.
Una mossa che sarebbe stata decisa dai legislatori americani per forzare la mano a Donald Trump, il quale in più occasioni, secondo le ricostruzioni della stampa internazionale, si sarebbe mostrato indeciso riguardo la sanzioni contro il gasdotto di Gazprom e non avrebbe mai agito sfruttando le proprie prerogative di Presidente per colpire il progetto russo, sui da tempo infuria un’aspra contrapposizione internazionale tra favorevoli e contrari (con posizioni molti divergenti anche all’interno dell’Unione Europea). Contrapposizioni che hanno ragioni politiche ma anche di matrice economica: gli Stati Uniti puntano infatti ad incrementare il loro export di GNL verso l’Europa e verso la Germania in particolare.
Nel frattempo, sembra ormai assodato che il completamento del gasdotto subirà un ritardo: la sua entrata in funzione, inizialmente schedulata per la fine del 2019, non avverrà invece prima di metà del prossimo anno.