“La Francia è a favore della costruzione di collegamenti energetici con l’Europa, ma solo di quelli che hanno senso“. Così ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron in merito alla proposta avanzata da Germania, Spagna e Portogallo di terminare i lavori di costruzione del MidCat, il gasdotto che collegherebbe il Nord Africa con l’Europa attraverso la Penisola Iberica.
Il progetto, lanciato nel 2013, si era arrestato in seguito alle proteste delle associazioni ambientaliste e, soprattutto, agli elevati costi che convinsero Francia e Spagna a fare un passo indietro. Negli ultimi mesi però, lo scoppio della crisi energetica in Europa, il MidCat è tornato a far parlare di sè, non solo per i preziosi flussi di gas che riuscirebbe a fornire ma anche per un suo possibile uso nel trasporto di energie rinnovabili, come l’idrogeno: “oggi per il gas naturale, e un domani per l’idrogeno verde“, ha dichiarato António Costa, Presidente del Portogallo. Il completamento del gasdotto comporterebbe una spesa di circa 440 milioni di euro e una durata di due anni.
Nonostante ciò, Macron preferirebbe investire su infrastrutture in grado di trasportare energia elettrica, non ritenendo il MidCat capace di soddisfare i bisogni attuali dei paesi europei interessati. Secondo l’esperto ricercatore dell’Ispi, Alessandro Gili, la Francia non vorrebbe essere un semplice paese di transito per il gas proveniente dalla Spagna, ma bensì esportare in Germania il gas trattato dai suoi quattro rigassificatori e, in un futuro non troppo lontano, vendere l’idrogeno prodotto dalle sue centrali nucleari.
Una soluzione possibile sarebbe, in base a recenti indiscrezioni, la realizzazione di un gasdotto sottomarino tra Barcellona e Livorno, progettato anche per il trasporto di idrogeno. La realizzazione richiederebbe comunque molto tempo, circa 6 anni secondo l’operatore spagnolo Enagàs, e una cifra di 3 miliardi di euro, provenienti dal piano REpowerEU. «Non esistono soluzioni facili nel breve periodo, se non provare a giocare con i flussi, considerando anche l’impatto negativo sulle forniture causato dalle tensioni tra Spagna e Algeria sulla questione del Sahara occidentale e l’esistenza di un gasdotto che unisce già Algeria e Italia, Gasmed», ha concluso Alessandro Gili.
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