La recente crisi petrolifera, connessa con la pandemia di coronavirus, ha pesato sui conti di tutti gli operatori del settore e anche la ‘big’, come Saudi Aramco, devono correre ai ripari facendo cassa per mettere in sicurezza i bilancii.
A tal proposito, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, la compagnia di stato saudita sarebbe in trattativa con diversi soggetti finanziari per cedere ben 10 miliardi di dollari di asset nel settore delle pipeline.
L’operazione, che all’interno della corporation mediorientale verrebbe denominata “Project SeeK”, sarebbe ancora nella sua fase embrionale ma potrebbe delinearsi con una formula simile a quella già sperimentata lo scorso anno dalla compagnia ADNOC di Abu Dhabi, che aveva ceduto il controllo della sua divisione dedicata a gasdotti e oleodotti ad un consorzio di fondi d’investimento e partner industriali, tra cui l’italiana Snam.
Al momento, coadiuvata da JP Morgan e dalla giapponese MUFG in qualità di advisor finanziari, Saudi Aramco starebbe trattando con diversi potenziali acquirenti tra cui ci sarebbero i fondi americani BalckRock (il più grande gestore finanziario del mondo, già coinvolto anche nell’affare ADNOC) e Brookfield Asset Management. Ma per ora un compratore non sarebbe ancora stato individuato e il confronto tra le parti si starebbe concentrando sulla modalità che dovrebbe assumere il consorzio di aziende a cui cedere gli asset della major saudita nel comparto delle pipeline. Una delle ipotesi è quella di costituire un sindacato di finanziatori e anche di prevedere l’emissione di bond legati ai profitti generati dagli asset oggetto del deal. La risorse raccolte con questa cessione sarviranno a Saudi Aramco per controbilanciare le perdite legate al crollo del prezzo del greggio dei mesi scorsi e anche per pagare una parte dei dividendi (in totale 75 miliardi di dollari) dovuti agli azionisti a valle dell’IPO.