L’atto di nascita del nuovo gasdotto East Med (in cui sarà coinvolta anche l’italiana Edison), che dovrebbe collegare il Mediterraneo orientale con l’Europa, è stato fissato per il 2 gennaio prossimo, quando il premier greco Kyriakos Mitsotakis, il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu e il Presidente di Cipro Nicos Anastasiades firmeranno, ad Atene, un accordo relativo allo sviluppo di una nuova pipeline destinata a veicolare sul mercato del Vecchio Continente il gas naturale estratto al largo delle coste israeliane.
L’accordo, come ha precisato l’esecutivo ellenico, sarà però completo solo quando verrà siglato anche dall’Italia, che idealmente dovrebbe essere il punto di arrivo della nuova condotta.
Un primo passo verso la costruzione di questa infrastruttura energetica era già stato fatto lo scorso aprile, quando i governi europei e Israele avevano concordato di procedere con il progetto East Med, dandosi come orizzonte temporale il 2025 per il completamento della pipeline.
Per l’Europa, l’obbiettivo è quello di diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento di gas e allentare quindi la ‘morsa’ della Russia (cosa a cui in parte potrà contribuire la prossima entrata in funzione del gasdotto TAP che porterà in Puglia, e quindi nel resto del continente, il gas naturale estratto in Azerbaijan), mentre la Grecia punta a consolidare il suo ruolo di hub per il transito di gas che dall’offshroe israeliano arriverà n tutta Europa.
E a proposito di gas naturale estratto al largo delle coste di Israele, e in particolare dal maxi-giacimento Leviathan che dovrebbe entrare in produzione in questi giorni, il ministro dell’energia di Tel Aviv Yuval Steinitz ha confermato che una quota del gas (a regime 7 miliardi di metri cubi all’anno) verrà esportata in Egitto a partire da metà gennaio prossimo.