Nuovi ostacoli sul difficile percorso che dovrebbe portare Mosca e Kiev a rinnovare l’attuale contratto di transito del gas russo, che attraversa l’Ucraina via gasdotto per raggiungere il mercato europeo, in scadenza a fine anno.
I negoziati sono in corso da settimane, nel tentativo di arrivare ad un accordo in tempo utile: obbiettivo che però sembra rimanere ancora piuttosto lontano.
E’ di ieri, infatti, un’esternazione piuttosto chiara del Presidente russo Vladimir Putin che, a Sochi, sul Mar Baltico, ha dichiarato (come riporta l’agenzia di stampa Reuters) che la Russia vuole continuare a spedire il suo gas in Europa attraverso l’Ucraina, ma che le condizioni poste dal Paese vicino sono inaccettabili.
La tensione è sempre molto alta tra le due repubbliche ex-sovietiche da quando la Russia ha annesso la Crimea nel 2014, e l’ultima ragione di attrito è relativa alle tariffe chieste da Kiev per consentire il transito del gas russo nel corso del 2020, che le autorità russe giudicano troppo alte.
“Le nuove tariffe proposte dall’Ucraina sono molto alte, molto più alte di quelle che attualmente paghiamo per far passare il nostro gas nelle pipeline del Paese” aveva dichiarato alcuni giorni fa il CEO di Gazprom Alex Miller.
Giudizio poi confermato e ribadito dal Presidente Putin, ma rispedito al mittente da parte ucraina.
Con un post sul suo profilo Facebook (sempre secondo la ricostruzione della Reuters) Yuriy Vitrenko, il direttore esecutivo di Naftogaz, la compagnia nazionale del gas ucraina, ha infatti assicurato che il calcolo delle nuove tariffe è stato effettuato con la metodologia standard usata in Europa, e che “i nuovi valori sottoposti a Gazprom, che la parte russa ha recentemente commentato, sono sufficienti a coprire solo i costi dell’operatore ucraino di pipeline, e quindi non possono essere considerati troppo alti”.
E’ evidente quindi che, mentre il tempo a disposizione si accorcia progressivamente, le posizioni tra le due parte restano, almeno per il momento, decisamente distanti.