Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, il Ministero degli Esteri del Qatar ha annunciato ufficialmente l’intenzione di investire 60 milioni di dollari nel progetto che prevede la costruzione di un nuovo gasdotto tra Israele e Striscia di Gaza, e che in tal modo dovrebbe contribuire a ridurre l’entità della crisi energetica che da tempo colpisce il territorio palestinese.
La nuova infrastruttura, che dovrebbe essere completata entro il 2023, consentirà di trasportare fino a Gaza il gas naturale estratto dal giacimento offshore Leviatham, operato dalla major americana Chevron. Il metano estratto nel Mediterraneo orientale raggiungerà il territorio israeliano attraverso una pipeline già esistente, di cui la nuova condotta costituirà un’estensione, finalizzata appunto a consentire che anche i territori palestinesi possano beneficiare dei frutti del Leviathan.
Anche l’Unione Europea, secondo quanto riferito dalla Reuters, sarebbe intenzionata a co-finanziare la costituzione del nuovo tratto di gasdotto che raggiungerà Gaza.
Il Qatar si è impegnato – si legge nella nota del Ministero degli Esteri – “a investire 60 milioni di dollari per finanziare questo progetto che consentirà di fornire alla Striscia di Gaza il gas necessario a risolvere la sua crisi energetica. Queste risorse saranno destinate ad estendere l’attuale gasdotto che attraversa Israele”.
Ottenuti i fondi per la realizzazione dell’infrastruttura, ora quello che manca a Gaza – fa notare la Reuters – è un accordo di acquisto del gas con i concessionari del giacimento Leviathan.
Il progetto era rimasto bloccato per anni a causa delle tensioni tra Israele e Palestina, ma recentemente secondo molti osservatori, gli interessi di tutte le parti coinvolte – tra cui ci sono, oltre ai due protagonisti locali, anche il Qatar e l’Unione Europea – si sono allineati consentendo un’accelerazione dell’iniziativa, che secondo quanto dichiarato dal Primo Ministro palestinese Mohammad Shtayyeh “consentirà di risolvere in modo definitivo i problemi legati all’erogazione dell’energia elettrica nella striscia di Gaza”.