Per sostenere il mercato interno del gas, fino a questo momento messo in ombra dalla più fiorente industria petrolifera, e attrarre investimenti internazionali destinati al potenziamento delle rete di pipeline nazionale, la Nigeria ha varato una liberalizzazione del settore.
Secondo quanto riferito dal Ministro per il Petrolio Timipre Sylva, e riportato dall’agenzia di stampa Reuters, il Governo del Paese africano ha infatti approvato una nuova regolamentazione che interviene sull’accesso ai gasdotti, rendendolo più libero e concorrenziale.
In Nigeria lo sfruttamento delle ingenti riserve di gas è rimasto ancora a livelli molto bassi, a causa della preponderanza del settore petrolifero, tanto che spesso il metano viene ancora bruciato alla fonte col procedimento del flaring, che oltre a disperdere risorse economiche ha effetti dannosi sull’ambiente.
Il 2020, però, è stato dichiarato ‘anno del gas’, con l’obbiettivo di monetizzare le risorse naturali ancora non sfruttate e potenziare le infrastrutture nazionali di trasporto, oggi frammentate e sconnesse.
La Nigeria ha estremo bisogno di investimenti sui propri gasdotti, ma non ha le risorse sufficienti per farlo in proprio, motivo per cui ha deciso di innovare il quadro regolatorio del settore, nella speranza di attirare capitali esteri.
Le nuove norme, che regolano il rapporto tra gestori di pipeline e utilizzatori, si applicheranno a tutti i nuovi contratti e, entro 6 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento, anche tutti i contratti preesistenti dovranno adeguarsi ai nuovi parametri.
L’obbiettivo è “garantire un accesso libero e competitivo alle infrastrutture del gas del Paese” ha infatti spiegato Sylva, parlando in occasione del Nigerian International Petroleum Summit svoltosi ad Abuja.