In questa fase storica, data l’abbondanza dell’offerta, il prezzo del GNL è sceso a livelli decisamente competitivi se paragonato al costo delle forniture di gas via tubo, e sarebbe quindi opportuno che l’Italia considerasse un incremento della sua attuale capacità di rigassificazione.
A sostenerlo è stato Gaetano Mazzitelli, Vicepresident di Snam per gli Affari Regolatori, che è intervenuto in audizione alla X Commissione della Camera (Attività Produttive) sul di D.Lgs di recepimento della direttiva 2019/692 sul mercato interno del gas.
Secondo gli stralci dell’intervento di Mazzitelli, riportati dalle due testate specializzate Staffetta Quotidiana e Quotidiano Energia, il dirigente di Snam avrebbe informato i parlamentari che attualmente il gas importato via mare in forma liquida, e poi rigassificato prima di essere immesso in rete presso i tre terminal attivi in Italia (Panigaglia, Livorno e Rovigo) costa 3 euro in meno a MWh (parlando di prodotto già rigassificato), rispetto al metano importato via pipeline.
Congiuntura che, secondo Mazzitelli, potrebbe essere sfruttata al meglio, massimizzandone i benefici, se l’Italia incrementasse la sua capacità di rigassificazione. La quale, è bene ricordare, dopo anni di tassi di utilizzo piuttosto bassi, è oggi sfruttata quasi completamente presso le tre strutture di cui il Paese dispone per rigassificare il GNL e immetterlo nella rete nazionale.