Il Southern Gas Corridor, infrastruttura energetica che porterà il gas azero fino in Italia, il cui costo complessivo è stato di circa 40 miliardi di dollari, è ormai quasi ultimato, e la sua entrata in funzione definitiva è prevista entro la fine di quest’anno.
A dirlo è stato Vitaly Baylarbayov, deputy vice president di SOCAR, lae State Oil Company of Azerbaijan, nel corso di un’intervista rilasciata al network di informazione europeo Euractive.
La nuova rete di pipeline, che si alimenterà grazie al metano estratto nel giacimento offshore Shah Deniz, ubicato nel Mar Caspio, all’interno della ‘economic zone’ dell’Azerbaijan, è lunga complessivamente 4.000 Km ed è costituita dai tre gasdotti South Caucasus Pipeline (SCP), che collega l’Azerbaijan alla Georgia, Trans-Anatolian Pipeline (TANAP), che attraversa la Turchia, e Trans-Adriatic pipeline (TAP), che collega Grecia, Albania e Italia attraversando il Mar Adriatico.
Baylarbayov, che ha rivelato come il costo iniziale stimato dell’intero ‘corridoio’ fosse di 45 miliardi di dollari, poi sceso a 40 miliardi grazie ad una serie di risparmi realizzati nel corso della costruzione dei tratti in Azerbaijan e Turchia, ha quindi confermato che i lavori onshore in Azerbaijan e Georgia sono già ultimati, e che anche il tratto turco del TANAP è completo al 100% e già inaugurato.
Ormai – ha ricordato il top manager di SOCAR – manca solo l’ultimo tratto del TAP, quello offshore in Adriatico. Una volta ultimato anche quello (il TAP si trova al 91% del suo completamento), potranno entrare in funzione e operare a pieno regime tutti i 16 pozzi perforati nel giacimento Shah Deniz. Di questi, 8 stanno già producendo e il gas estratto sta già arrivando in Azerbaijan, Georgia e Turchia. Gli altri verranno gradualmente messi in produzione non appena sarà posato sul fondale dell’Adriatico anche l’ultimo tratto del TAP.
Come noto, è proprio la porzione finale del Southern Gas Corridor, quella che approda sulla coste italiane della Puglia, ad aver creato maggiori problemi, in termini di opposizione delle popolazioni locali. Anche se, ha assicurato Baylarbayov, tutto è stato fatto nel massimo rispetto dell’ambiente circostante (a tal fine per esempio è stato realizzato il micro-tunnel che permette alle condotte del TAP di bypassare la spiaggia di San Foca).
Il dirigente di SOCAR ha quindi escluso la possibilità che il gasdotto TurkStream, in fase di completamento da parte di Gazprom, possa fare concorrenza al Southern Gas Corridor, sostenendo che i volumi di gas azero destinati a Grecia, Bulgaria e Italia, tramite contratti già firmati della durata di 25 anni, inizieranno a fluire non appena l’ultimo tratto del TAP sarà completato, un fatto che non può essere cambiato. Se poi ci saranno anche forniture di gas in arrivo da Russia, Libia o Algeria, questo non importa, perché SOCAR si è già assicurata il suo ‘posto’ sul mercato europeo del gas.
Anzi, per Baylarbayov non ci sarebbero problemi a concedere l’utilizzo del ‘corridoio’ anche alla Russia, per l’export del suo metano verso il Vecchio Continente, in base alla regolamentazione europea. Uno scenario che non impatterebbe sui piani di SOCAR, che è anche azionista della società TAP AG col 20%.