Oltre 5 miliardi di investimenti previsti sulla rete nei prossimi anni, un ruolo crescente dell’idrogeno e del bio-gas nell’ottica di una transizione energetica verso fonti sostenibili e l’imminente entrata in funzione del nuovo gasdotto TAP, che porterà in Italia e in Europa il gas naturale estratto in Azerbaijan, consentendo al nostro Paese una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
Di questo, e di altro, abbiamo parlato con Massimo Derchi, Chief Industrial Assets Officer di Snam.
Gran parte degli investimenti pianificati da Snam al 2023 – 5,3 miliardi sui 6,5 complessivi – è destinata alla rete. Quali sono le principali iniziative di sviluppo e innovazione sulle vostre infrastrutture?
Le principali iniziative di sviluppo della rete previste a piano riguardano il completamento delle infrastrutture per connettere il gasdotto TAP alla rete nazionale e dei collegamenti nel Nord-Ovest della Penisola al servizio del mercato locale e dei flussi transfrontalieri, oltre alla rete in Sardegna. A ciò si aggiunge, nell’ottica della transizione energetica, l’avvio della conversione di sei impianti di compressione e stoccaggio in “dual fuel”, ossia ibridi gas-elettrico. Questo progetto rientra nell’ambito dei target sfidanti che ci siamo dati sulla riduzione delle emissioni derivanti dalle nostre attività: -40% di metano al 2025 e -40% di CO2 equivalente diretta e indiretta al 2030. Puntiamo a centrare questi obiettivi grazie alle centrali ibride, ma anche alla sostituzione di componentistica di rete e all’aumento dell’efficienza energetica nei nostri impianti. Queste iniziative, insieme alla crescente digitalizzazione degli asset e ai nuovi business della mobilità sostenibile, del biometano e dell’efficienza energetica, sono i cardini di SnamTec, il programma di innovazione su cui verranno investiti 1,4 miliardi entro il 2023.
Per quanto riguarda invece la manutenzione della rete esistente: dove interverrete e con che modalità e tempistiche?
La sicurezza e la resilienza della nostra rete sono assolute priorità. Dei 5,3 miliardi di investimenti sul settore trasporto, circa l’80% sarà destinato ad attività di sostituzione e manutenzione. Entro il 2023 rimpiazzeremo circa 1.000 km di metanodotti, con investimenti aggiuntivi di 400 milioni rispetto al piano precedente: quasi la metà di tali opere è già in fase di costruzione o ha ottenuto l’autorizzazione Via. Interveniamo per ammodernare i tratti di rete più datati, ma anche in aree interessate potenzialmente da dissesto o da un’intensa urbanizzazione, per garantire sempre il miglior assetto infrastrutturale in relazione alle specificità del territorio.
E’ appena iniziata la posa dell’ultimo tratto del gasdotto TAP. Quanto è importante questa nuova infrastruttura per la sicurezza energetica nazionale e come si integrerà nel business di Snam?
TAP, di cui Snam è azionista al 20% (della società TAP AG; ndr), è un tassello importante per la diversificazione delle fonti e delle rotte del gas in Italia e in Europa. Con l’apertura di questo nuovo corridoio il nostro Paese avrà l’opportunità di ricevere approvvigionamenti ulteriori di energia sostenibile e competitiva, che rafforzeranno la nostra sicurezza energetica e avranno ricadute economiche positive per famiglie e imprese, oltre che benefici ambientali per i territori. Al momento Snam è al lavoro sulla realizzazione del metanodotto Melendugno-Brindisi, il collegamento di 55 km che allaccerà TAP alla rete nazionale. Il primo gas da TAP in Italia è previsto entro la fine di quest’anno.
Snam è una della pipeline company che più sta spingendo sull’utilizzo dell’idrogeno: dopo i test effettuati nei mesi scorsi, quali saranno i prossimi passi in questa direzione?
Nel 2019 siamo stati i primi in Europa a immettere in rete idrogeno miscelato con gas naturale, fornendolo direttamente a due industrie campane. Il nostro obiettivo è rendere l’infrastruttura gas italiana “Hydrogen-ready”, cioè pronta a ricevere quantitativi crescenti di idrogeno, oltre che di biometano, confermandosi centrale nella transizione energetica e nel mix energetico del futuro. Quando è prodotto a partire da fonti rinnovabili come eolico e solare, l’idrogeno è totalmente privo di emissioni di CO2. I test svolti a Contursi Terme, in provincia di Salerno, hanno dato responsi confortanti sull’immissione in rete di idrogeno prima al 5% e poi al 10% in volume. Stiamo studiando i prossimi passi e approfondendo la compatibilità delle nostre infrastrutture con percentuali via via crescenti.
Snam gestisce il rigassificatore GNL Italia a Panigaglia, in provincia di La Spezia, è azionista del terminale Adriatic LNG a Rovigo e, a valle delle necessarie autorizzazioni, rileverà una quota di controllo congiunto anche in OLT al largo di Livorno: quale ruolo gioca il GNL nelle strategie del gruppo? Avete in previsione altre iniziative su questo fronte?
Il mercato del GNL è in forte crescita. Nel 2019 l’Europa ha attratto 100 miliardi di metri cubi di gas liquefatto, raddoppiando le importazioni rispetto all’anno precedente. Solo a Panigaglia, l’impianto controllato da Snam, sono approdate 57 navi contro le 21 del 2018. Siamo uno dei maggiori operatori europei nella rigassificazione e puntiamo molto sul GNL “Small Scale”, che può essere la chiave per la decarbonizzazione dei trasporti pesanti e di quelli marittimi: a piano abbiamo previsto di realizzare entro il 2023 due impianti di liquefazione di piccola taglia in Italia e di adeguare il terminale di Panigaglia per il caricamento di autobotti di GNL al fine di servire i distributori terrestri e anche di effettuare attività di bunkeraggio rifornendo le navi.
Nel nuovo piano industriale sono previsti 250 milioni di euro per lo sviluppo del biometano: quali saranno le principali direttrici di investimento in questo ambito?
Snam è impegnata a dare il suo contributo da operatore infrastrutturale per favorire lo sviluppo del biometano in Italia. La nostra filiera del biometano da scarti agricoli e agro-industriali e da rifiuti organici è potenzialmente una delle più ricche al mondo. Tramite la controllata IES Biogas, tra i principali operatori del settore in Italia e all’estero, abbiamo in programma di realizzare nuovi impianti per una capacità installata superiore ai 40 megawatt. Abbiamo inoltre acquisito la maggioranza della società Renerwaste e avviato una partnership con Iniziative Biometano, che gestisce impianti di biogas per i quali esiste un piano di conversione a biometano. Il gas rinnovabile può rendere ancora più green la mobilità a gas naturale, nella quale l’Italia primeggia in Europa. Oltre al sostanziale azzeramento delle emissioni inquinanti già garantito dalle auto a gas compresso, con il biometano si può abbattere ulteriormente la CO2. In Italia il gas rinnovabile è già una realtà, con una decina di impianti che immettono biometano nella rete Snam.