Dopo un lungo periodo di attesa, la Cina ha rotto gli indugi e deciso di costituire una compagnia nazionale per la gestione delle pipeline, una mossa che nelle intenzioni di Pechino – secondo la ricostruzione dell’agenzia di stampa statale cinese Xinhua, ripresa da S&P Global Platts e dalla Reuters – dovrebbe migliorare sia la sicurezza degli approvvigionamenti del Paese sia la facilità di accesso alle infrastrutture energetiche da parte di terze parti, rendendone più efficiente la gestione.
La nuova società, infatti, dovrebbe gestire separatamente le attività di trasporto oil&gas (con 3 business unit dedicate rispettivamente a greggio, prodotti raffinati e gas naturale, che si occuperanno delle condotte dedicate alle diverse tipologie di prodotto), di produzione e vendita e di servizi di trasporto e stoccaggio rivolti a soggetti esterni. Inoltre, ma in questo caso si tratta di rumor non confermato ufficialmente, potrebbero ricadere sotto la responsabilità di questo nuovo soggetto anche alcuni terminal per l’import di GNL e la rigassificazione attivi nella Repubblica Popolare.
La newco, il cui nome non è stato ancora reso noto, dovrebbe essere partecipata con il 40% dalla Assets Supervision and Administration Commission del Consiglio di Stato cinese e gestita operativamente dalle tre major energetiche nazionali (tutte pubbliche) PetroChina, Sinopec e CNOOC, che avranno rispettivamente il 30%, il 20% e il 10% del capitale delle società di nuova costituzione. Queste stesse te corporation attualmente operano le condotte esistenti in Cina, il 63% CNPC, il 31% Sinopec e il 6% CNOOC. Asset che verranno conferiti al nuovo gestore nazionale delle pipeline, che avrà anche il compito di rendere disponibili le informazioni sui ei servizi di trasporti e di stoccaggio a terze parti e rendere così più facile l’accesso e l’utilizzo alle strutture ad operatori esterni.
Inoltre, alla nuova società spetterà anche il compito di realizzare e gestire nuove pipeline.