Da inizio anno il nuovo gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) è entrato in attività, consentendo all’Italia di importare gas dall’Azerbaijan ma rendendo anche il nostro Paese uno snodo logistico e commerciale tramite cui il metano può proseguire verso altri mercati finali.
A confermare come questo asseto sia già diventato una realtà concreta è stato Gilberto Dialuce, Direttore Generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici del Ministero dello Sviluppo Economico.
Secondo quanto riportato da TAP AG – la società (partecipata da BP col 20%, SOCAR col 20%, Snam col 20%, Fluxys col 19%, Enagás col 16% e Axpo col 5%) che gestisce l’infrastruttura – sul suo profilo Twitter, Dialuce ha dichiarato che “il gas arrivato in Italia a gennaio tramite TAP ammonta a 340 milioni di metri cubi. Il 20% di questo volume è stato poi fornito ad altri paesi europei”.
Nel frattempo, sempre dal suo profilo Twitter, TAP AG ha anche annunciato che a febbraio sono state assegnati, al termine delle apposite procedure di asta, i primi prodotti di capacità in reverse commerciale, ovvero un flusso (virtuale) in direzione est (in senso contrario al flusso fisico che va da ovest a est). In questo caso, la capacità prenotata è relativa alla tratta tra i punti di interconnessione di Melendugno (Puglia) e Nea Mesimvria (in Grecia), che costituisce un collegamento diretto tra i mercati del gas italiano e greco.