Un giudice della corte federale degli Stati Uniti ha negato la richiesta di chiudere l’oleodotto Dakota Access dopo che un permesso ambientale era stato messo in discussione l’anno scorso.
È probabile che l’oleodotto da 570.000 barili al giorno del Nord Dakota che scorre sotto un bacino idrico del fiume Missouri, rimanga in funzione fino al prossimo anno, per permettere di terminare la nuova fase di analisi ambientale.
La chiusura dell’oleodotto ha minacciato per alcuni mesi di sconvolgere i mercati petroliferi dell’intera zona, e creare una congestione sulle linee ferroviarie di tutta la regione.
L’oleodotto è entrato in servizio nel 2017 dopo alcuni mesi di proteste da parte di ambientalisti e le comunità autoctone. Gli oppositori dell’oleodotto hanno affermato che la sua costruzione ha distrutto manufatti sacri e ha rappresenta tutt’oggi una minaccia per il lago Oahe, una fonte di acqua potabile.
Il giudice distrettuale statunitense James Boasberg, con sede a Washington, ha negato la richiesta di un’ingiunzione per la chiusura dell’oleodotto e ha ordinato alle parti di presentare nuove prove tecniche entro l’11 giugno. Una squadra di ingegneri dell’esercito degli Stati Uniti dovrebbe completare la revisione dell’oleodotto entro marzo del prossimo anno.