La Commissione Europea ha accettato gli impegni presi dalla Romania nel senso di una maggiore liberalizzazione del mercato del gas e dell’utilizzo della propria rete di pipeline per l’export verso i Paesi vicini (soprattutto Ungheria e Bulgaria).
Passaggio formale che evita a Bucarest una procedura di infrazione: nel 2017, infatti, la DG Competition aveva avviato un’indagine formale sulla condotta, ritenuta anticoncorrenziale e in violazione della normativa comunitaria in materia, nei confronti di Transgaz, l’azienda pubblica che gestisce la rete dei gasdotti della Romania.
In particolare, secondo Bruxelles, la società pubblica rumena avrebbe in passato ridotto la possibilità di esportare gas tramite una serie di azioni, ovvero: riducendo o ritardando gli investimenti in nuove infrastrutture per l’export di gas; fissando tariffe per l’utilizzo dei punti di interconnessione con l’estero tali da rendere l’export di gas commercialmente non conveniente; utilizzando argomenti tecnici infondati per giustificare i limiti all’export.
Azioni che, ritiene la Commissione, hanno avuto l’effetto di limitare il flusso di gas tra la Romania, uno dei principali produttori dell’Unione Europea, e i Paesi confinanti a partire da Ungheria e Bulgaria, in netto contrasto con gli obbiettivi dell’UE che punta alla creazione di un mercato energetico unico e libero a livello continentale.
A valle dell’apertura dell’indagine è stato aperto un confronto tra Bruxelles e Bucarest, che ha visto la partecipazione dei principali stakeholder di Transgaz, e che ha portato alla formulazione di una serie di impegni da parte dell’azienda rumena, sufficienti secondo la Commissione e chiudere il dossier senza arrivare alla procedura di infrazione.
Nel dettaglio – come si legge in una nota diffusa dalla DG Competition – Transgaz si è impegnata a fare sostanzialmente tre cose: rendere disponibile una capacità di export pari ad almeno 1,75 milioni metri cubi all’anno presso il punto di interconnessione tra Romania e Ungheria, situato a Csanádpalota (alore pari a 1/6 del consumo totale annuo dell’Ungheria); a rendere disponibile una capacità di export di almeno 3,7 bcm all’anno nei due punti di interconnessione tra Romania e Bulgaria ubicati a Giurgiu/Ruse e Negru Vodă I/Kardam (valore che compre oltre la metà dei consumi annui di Bulgaria e Grecia) e infine ad apllicare tariffe, per l’utilizzo dei menzionati di interconnessione trasnfrontaliera, tali da non rendere l’export commercialmente sfavorevole rispetto alla commercializzazione e alla distribuzione del gas sul mercato interno.
Questi impegni, la cui applicazione sarà verificata da un apposito comitato, resteranno legalmente in vigore, e quindi vincolanti per Transgaz, fino al 2026.