Ha ricevuto l’adesione formale di tutti i Paesi coinvolti il progetto Partnership for the Development of Natural Gas Networks in Eastern Europe (EE-NGP), che mira a creare una coalizione di soggetti pubblici e privati a vario titolo impegnati nella gestione delle reti del gas nei Paesi dell’Europa orientale, con l’obbiettivo dichiarato di sviluppare un’infrastruttura energetica comune e con quello, meno esplicito ma altrettanto chiaro, di limitare la dipendenza dalla Russia e l’influenza di Mosca, grazie all’aiuto e al sostegno diretto degli Stati Uniti.
I primi due promotori di questa coalizione sono infatti due entità al 100% americane: la United States Agency for International Development (USAID) e la Energy Association of the United States of America (USEA). Ad esse, con la firma di un Memorandum of Understanding (MoU) celebrata lo scorso 28 gennaio e poi resa pubblica dall’operatore della rete nazionale del gas della Romania, Transgaz, si sono poi unite (oltre a Transgaz stessa) Albgaz (Albania); Bh-Gas (Bosina Herzegovina); Bulgartransgaz (Bulgaria); Plinacro (Croazia); DESFA (Grecia, ma direttamente controllata dall’italiana Snam); Ministerul Dezvoltării Economice (Kosovo); Ga-Ma-Ad Skopje (Nord Macedonia); Montenegro Bonus (Montenegro); Gaz-System (Polonia); Eurstream (Slovacchia).
Come si legge nella nota ufficiale dell’azienda rumena, scopo del progetto – entrato con il MoU nella sua fase operativa, che prevede la formazione di appositi gruppi di lavoro multilaterali, per affrontare le varie tematiche – è di dare il necessario supporto istituzionale ai TSO (minister and transmission system operators) della regione nello sviluppo e nell’implementazione di un nuovo sistema condiviso di pianificazione del trasporto di gas tra i Paesi dell’Europa orientale. Tra gli altri obbiettivi del progetto EE-NGP ci sono: migliorare la capacità dei TSO coinvolti di sviluppare modelli matematici per prevedere e simulare le reti del gas domestiche; progettare pipeline di interconnessione tra i vari sistemi nazionali e centri di stoccaggio; supportare un’armonizzazione tra i vari sistemi di pianificazione del trasporto del gas; effettuare analisti su potenziali nuovi investimenti in opere infrastrutturali per espandere il mercato del gas e garantire la sicurezza energetica dell’area di riferimento; promuovere i risultati degli studi presso i rappresentanti istituzionali, regolatori e industriali.
Come detto, la regia americana di quest’operazione – in chiave evidentemente anti-russa – è più che palese, tanto che sul sito istituzionale della USEA si legge: “L’import di GNL dagli USA e il nuovo gasdotto TAP potranno potenzialmente saturare la domanda di gas del sud Europa in un orizzonte di medio periodo. Inoltre ci sono progetti in via di definizione per una Ionian-Adriatic Pipeline (IAP) che, partendo dal TAP, dovrebbe raggiungere e rifornire di gas azero il Montenegro e il Kosovo, oltre a rappresentare una fonte integrativa di gas per la Croazia, che sta anche progettando un nuovo terminal per l’import e la rigassificazione di GNL sull’isola di Krk”.
In tale contesto – prosegue l’organizzazione statunitense – “l’EE-NGP ha come obbiettivo quello di supportare le attività di upgrade infrastrutturali e la nascente comunità energetica regionale, oltre a costituire un forum dove gli operatori delle reti nazionali potranno definire un modello comune di sviluppo congiunto delle reti, effettuare analisi tecniche ed economiche e discutere argomenti di comune interesse. L’obbiettivo di lungo termine della partnership è quello di consentire la creazione di un mercato regionale del gas che sia un potenziale sbocco per le forniture di gas provenienti dagli Stati Uniti”.