E’ ormai arrivata nel Mar Baltico la Akademik Cherskiy, nave posatubi di bandiera russa più volte indicata in passato come il mezzo scelto da Mosca per completare la posa dell’ultimi tratto del gasdotto Nord Stream 2, dopo che a dicembre 2019 il contractor svizzero Allseas – incaricato da Gazprom di realizzare la pipeline sottomarina – aveva abbandonato il campo in conseguenza delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti nei confronti dei promotori di questa infrastrutture energetica e di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella sua realizzazione.
Già a febbraio la Akademik Cherskiy era stata segnalata nei pressi dello Stretto di Malacca, diretta verso occidente, ma ora secondo il sito Marinetraffic la posatubi russa si trova ancorata nella rada del porto di Kaliningrad, exclave russa affacciata sul Baltico e incuneata tra Polonia e Lituania, a poca distanza del percorso del Nord Stream 2.
Secondo diversi analisti la presenza in loco della nave specializzata russa testimonia la volontà di Mosca, per la verità più volte annunciata esplicitamente in passato, di completare (anche se in ritardo rispetto alle tempistiche originarie che fissavano l’entrata in funzione del gasdotto all’inizio del 2020) la posa del Nord Stream 2 nonostante le sanzioni di Washington, imposte per tentare di ‘sabotare’ questo progetto che, a detta degli Stati Uniti ma anche di alcuni Paesi europei, aggraverebbe la già marcata dipendenza energetica del Vecchio Continente dalla Russia e dal suo gas naturale.
Visione non condivisa da altri Stati membri dell’UE, a partire dalla Germania che sarà il punto di arrivo della pipeline ma anche il principale beneficiario di questa nuovo canale di approvvigionamento.