La Germania si è rivolta alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea – uno dei due organi giudiziari dell’Unione Europea, insieme al Tribunale dell’Unione Europea che agisce come giudice di primo grado – per chiedere la cancellazione delle limitazioni imposte a Gazprom nell’utilizzo di questa condotta, una delle due (l’altra è la NEL pipeline) che collegano il gasdotto Nord Stream con la rete terrestre di distribuzione del gas in Germania e Repubblica Ceca.
La diatriba, che vede contrapposte Germania e Polonia, va avanti da anni, coinvolgendo direttamente anche Bruxelles: nel 2013 la Commissione Europea aveva imposto a Gazprom di utilizzare solo il 40% della capacità della condotta, per consentire l’accesso ad altri operatori e quindi favorire la concorrenza nel mercato del gas naturale continentale. Una decisione su cui, però, la stessa UE aveva deciso di tornare nel 2016, ritenendo di elevare notevolmente questi limiti (fino all’80%), la cui prima formulazione più restrittiva è stata giudicata ad un secondo esame non in linea con la politica liberalizzatrice portata vanti della stessa Unione Europea.
Sviluppo che aveva però scontentato il Governo polacco, il cui timore era quello che un maggior utilizzo da parte di Gazprom del gasdotto OPAL avrebbe ridotto l’impiego delle pipeline situate in Europa orientale, le stesse tramite cui la Polonia si approvvigiona di gas russo (sidentica ragione per cui la Polonia si è sempre opposta strenuamente alla costruzione del Nord Stream 2). Motivo per cui Varsavia si era rivolta con un’istanza formale al Tribunale dell’Unione Europea, che lo scorso settembre con una sentenza ha reintrodotto le limitazioni all’utilizzo della capacità del gasdotto OPAL da parte di Gazprom.
Decisione contro cui, nelle scorse settimane, il Governo tedesco – come rivelato dallo stesso tribunale comunitario sul suo profilo Twitter ufficiale – si è appellato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Istanza che però, come avrebbe confermato l’esecutivo di Bonn alla stampa connazionale, non ha avuto un effetto sospensivo e quindi al momento non rende possibile a Gazprom l’utilizzo di più del 40% della capacità del gasdotto OPAL.